lunedì 6 agosto 2012

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La cerniera lampo… Irina la adorava! Come non capirla. Il suo leggero rumore metallico interrompeva un silenzio costellato solo di labbra e respiri e annunciava il raggiungimento dell’obiettivo. Prolungava quel momento con lenti su e giù, regalandosi ogni volta un centimetro in più fino alla comparsa dei contorni della torre d’avorio ancora prigioniera dei vestiti.
La gioia era anche toccarlo infilando la mano ancora prima di aver sfilato i pantaloni. Come una bambina curiosa che ancora prima di mangiare il cioccolato rompe l’uovo quanto basta per infilarci la mano e tirarne fuori la sorpresa.
Seduto sul divano con le mani sulle sue cosce la sentivo sbottonarmi lentamente la camicia. Mi guardava dritto negli occhi mentre le mani, esperte e pratiche, finito di liberare l’ultimo bottone, ricominciarono l’assedio.
La cintura, fossato a protezione della torre, era l’ultimo ostacolo. Tanto lento era il movimento sulla cerniera quanto repentino quello sulla cinta. Tirandone velocemente l’estremità, l’ardiglione scattava libero al di fuori dell’asola.
Irina faceva lentamente scivolare la cinta tra i passanti dei jeans, come se lo sfilarla significasse la resa incondizionata all’assediante.
Irina adorava vincere.

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