Ovviamente le ipotesi sono due, o
salirci insieme, con il rischio di dover poi chiamare il tecnico o far sedere
solo lei. Noi si optò per la seconda. Dato che la lavatrice ha diverse fasi, (prelavaggio, riscaldamento dell’acqua,
lavaggio, risciacquo, centrifuga) decidemmo di sistemarci nel bagno,
pronti a cogliere il minimo sussulto del mostro meccanico.
Ora, a meno di essere addetti ai
tempi del reparto collaudi della Sangiorgio non sai mai quando arriverà e
quanto durerà (un po’ come l’orgasmo insomma) la fase successiva. Per cui
selezionato il programma di lavaggio più lungo – modestia, fatti da parte – demmo
il via alle danze con lei che mi rimproverava di aver perso già troppo tempo
con la lavatrice. Partimmo con baci, carezze, leccatine, stimolazioni, sussurri
e seduti sul bordo della vasca già stavamo divertendoci molto, quando la
macchina inizio a dare segni di vita. Bastò un salto e hop, un tallone poggiato
all’altezza della vaschetta, l’altro dal lato della manopola della temperatura e
le sue cosce spalancate mi accolsero al ritmo del lavaggio.
Ma, che dire, in quella fase il
movimento della macchina è limitato per cui per coinvolgerla in questo ménage a trois, iniziammo a seguirne il
ritmo che assomigliava a una serie di onde continue che si infrangono sulla
spiaggia. Mentre lo sporco si scioglieva nel cestello, alle mie narici salì un
profumo che neanche il miglior detersivo delicato, ma il tutto dipendeva dalla
posizione non certo dalla lavatrice. Le famose Good Vibrations che dovevano
arrivare… tardavano a palesarsi! L’ultima possibilità era aspettare la
centrifuga ma anche questa non riservo particolari soddisfazioni. La vibrazione
c’era ma troppo violenta e soprattutto non concentrata in un singolo punto,
insomma si disperdeva e rendeva anche impossibile mantenere un ritmo. Per non
dire del fatto che rischiavamo di sbattere contro la parete e una mensola. Il
fastidio derivante dal rumore era nettamente superiore ai benefici derivanti
dal movimento, e anche questi si rivelarono inferiori alle aspettative.
Concludemmo la sperimentazione orgasmando piacevolmente sul fresco pavimento
del bagno.
Forse sbagliammo il programma, o ancora peggio, sbagliammo
candeggio! O forse mancava l’ammorbidente… no, l’ammorbidente no, in questi
casi non ci vuole!
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