Mary Jane. La lingua non batte tre volte contro il palato ma il suono è comunque meraviglioso! Mary Jane se l’avesse disegnata Pininfarina o
Giugiaro non sarebbe venuta meglio. I suoi fianchi erano dei magnifici approdi
e il suo solco di pesca un meraviglioso sentiero verso un’inestinguibile
sorgente di felicità. E quando parlo di sorgente non uso un termine a caso!
Che cosa riusciva a fare quella creatura! In piedi, salda sulle sue lunghe gambe tornite da nuoto e bici, il caldo nettare scivolava lentamente
nell’interno coscia fino a raggiungere le ginocchia e ancora oltre. Sul fresco
pavimento alla veneziana in pochi minuti creava un laghetto di umori femminili.
Le gocce che stillavano dal suo corpo cadendo generavano minuscole onde
concentriche che in breve tempo arrivavano a lambire i suoi piedi.
Cingendola da dietro con una mano esploravo il suo sesso
mentre lei si guardava nello specchio che copriva la parete di fronte a noi. La
sua frangetta irregolare le copriva in parte il volto quando abbassava la testa
chiudendo gli occhi e concentrandosi sul suo piacere.
Mary Jane amava che le parlassi nell’orecchio. Io dicevo
quello che lei avrebbe voluto dire, ma che dalle sue labbra non fuori usciva
mai.
“Dai, continua così. Mi stai facendo impazzire. Lo senti
come sono bagnata? Che aspetti? Perché non mi prendi qui adesso, in piedi
contro lo specchio cazzo!”. Parole sussurrate, ansimate nel suo orecchio.
Interrotte solo dai suoi flebili “…continua” quando rallentavo per far durare
di più il gioco. E il gioco andava avanti per tanto, tanto tempo, incuranti
dalla quasi impraticabilità di campo determinata dalle impreviste
precipitazioni!
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