lunedì 10 dicembre 2012

Di cosa parliamo quando facciamo l’amore AKA Dime porca che me piase de più


Un titolo irrispettosamente copiato da Carver per una riflessione su cosa dicono le donne quando fanno all’ammore. E su cosa vogliono sentirsi dire…

Alcune delle tipologie che più facilmente vi potrebbe capitare di incontrare sono:

Le romantiche: da un più diretto “Ti amo” in rapporti consolidati, a un più generico “amore, amore, amore, amore” se il rapporto è occasionale.

Le mistiche: Oh Dio, Oh Dio (a cui si può rispondere con una battuta alla Woody Allen o qualcosa di simile, tipo “No, non sono Dio. Io Claudio, C-L-A-U-D-I-O)

Le laiche: Oh (inserisci nome maschile), Oh (inserisci nome maschile) come sopra, ma senza la componente ultraterrena.

Le estatiche: … Stupendo (la demì-vierge concedeva giusto questa lapidaria esclamazione)

Le agonizzanti: concedono solo variazioni nel respiro. Si va dal rantolo sommesso, al mugolio costante, dai singulti ritmici alla pseudo crisi  asmatica.

Le referendarie: Si, Si, SI, SIII!!!

Le stupite: Mamma mia, mamma mia!

La variante Morticia Addams: Sono particolarmente sensibili a una lingua straniera, spagnolo o francese di solito. Ovviamente per le straniere spesso basta la lingua madre italiana (Cfr. Ti svegli in letti stranieri grazie alla lingua italiana, EELST 1996)

La variante Monica Vitti: (Cfr. video allegato) Amano il turpiloquio, spesso con coloriture dialettali. L’eccitazione le rende disinibite sia nel corpo che nella mente. FV amava percepire la mia eccitazione attraverso le parole che le dicevo, che a suo volta la eccitavano ancora di più con un effetto feedback che si prolungava e autoalimentava di continuo.


Le pornostar: Avanti, scopatela questa troia! Quanto mi piace il tuo cazzo, voglio sentirmelo tutto dentro. Dai, così! Sono la tua puttana… poi mettimelo nel culo, dai voglio che me lo metti nel culo! Si cazzo, cazzo lo sento, lo sento riempimi tutta. 
Di solito accompagnano la penetrazione sditalinandosi furiosamente (la riccia VV), sbattendo i pugni contro pareti o pavimento o tenendosi la testa tra le mani (l'umida Mary Jane)