martedì 25 settembre 2012

Paesaggi metropolitani


Metropolitana, Interno giorno.
La prima arriva trafelata, non si è ancora sentito il segnale che indica la prossima chiusura delle porte ma nel dubbio si precipita dentro la carrozza. Benché non abbia vestiti attillati, anzi punta molto su un etno-chic molto informale, i suoi capezzoli turgidi si stagliano ben definiti sotto il twin set arancio.
Alla fermata seguente sale la seconda, con un decolté stampato finto serpente. Il modello lascia intravedere un po’ troppo le dita, ma il tacco a spillo di 11 centimetri abbondanti è spettacolare!
Con l’arrivo del freddo tutto ciò sparirà coperto da cappotti e scarpe pesanti.
Toccherà aspettare la fine della primavera per vedere sbocciare nuovamente le fanciulle in fiore, e assaporarne nell’aria la loro fresca fragranza!

venerdì 21 settembre 2012

La Ragazza Emancipata


Su come una donna che ha superato i trent’anni concilia la normale necessità di avere una soddisfacente vita sessuale con l’educazione ricevuta ma soprattutto con i giudizi delle persone che la circondano (a cui le è stato inculcato di dare di se un immagine di “rispettabilità”) o della complessità a gestire il sesso con qualcuno con cui non hai una relazione senza sentirti usata, ne passare per mignotta.
La ragazza emancipata si era trasferita per lavoro in un piccolo capoluogo di provincia. La nostra prima “uscita” ufficiale fu al ristorante. Un cache-coeur, un trucco che evidenziava i suoi alti zigomi, la bocca a cuore e gli stivali al ginocchio esaltavano la sua voglia di piacere.
Dopo un giro a piedi, la accompagnai in macchina sotto casa, in un vicolo a due passi dal centro ma tranquillo e isolato. Dai ringraziamenti per la bella serata al primo bacio il passo fu breve, dal primo bacio al saltarsi addosso il passo fu altrettanto breve. Ma oltre a soddisfare curiosità di mani frenetiche non andammo oltre. Lei arrestava i miei tentavi di avvicinarmi troppo al suo slip e si limitava a affondarmi le mani tra i capelli. Salire a casa sua sarebbe stato troppo (“I vicini potrebbero sentirti”). Insomma la prima sera mai concedersi fino in fondo ;-)

La volta successiva ci vedemmo da lei, i vicini non costituivano più un problema. Non dovendo uscire di casa il suo abbigliamento fu un po’ più audace. Un vestitino corto con una profonda scollatura a vu e degli stivali texani. Una leggera sciarpa serviva più che altro ad accentuare i suoi maliziosi movimenti. Cenammo tenendoci per mano, lei rideva e spalancava gli enormi occhioni scuri divertita dalle storie che le raccontavo. Dopo la cena ci accomodammo sul divano stringendoci e abbracciandosi. Le chiesi se avesse dei preservativi. Mi rispose: “Va bene che sono una ragazza emancipata, ma fino ad un certo punto!”. …Semplicemente adorabile!!
Le mani e le bocche non rimasero per questo ferme! Dopo aver raggiunto il suo orgasmo, la Ragazza emancipata fece qualcosa di bellissimo. Prese a masturbarmi con le sue piccole mani e quando sentì che stavo per arrivare, si sbottonò la camicetta scoprendo le sue candide mammelle e diresse il caldo getto di sperma sui suoi seni.  
Perché in fondo, avere dei preservativi a casa potrebbe farti apparire come una ragazza troppo disponibile, ma arrivati a quel punto il finale lo decidi a gusto tuo, con una lussuriosa sborrata sulle tette!
Perché in fondo a te piace scopare, ma la società rende sempre le cose così maledettamente complicate ;-)

giovedì 13 settembre 2012

In Cucina


Se la tua altezza è al disopra della media nazionale, taluni oggetti e spazi di uso comune ovviamente non saranno stati pensati per te. Il che vuol dire che difficilmente starai seduto comodo in un aereo low cost o in un pullman turistico, l' asse da stiro sarà troppo bassa, la scopa troppo corta, la cucina ti costringerà a stare chinato sul piano di lavoro.
Ma la cucina è bella se è creativa e la creatività vuol anche dire ottenere il massimo da quello che hai, tipo preparare un grande piatto con le poche cose che ti ritrovi nel frigo.
Dunque perché preoccuparsi dell’altezza del piano di lavoro quando La Tresca, meravigliosa e burrosa donna dai capelli ricci ci sta seduta benissimo sopra. Il suo vestito lascia scoperte le ginocchia e le mie mani salgono con naturalezza dalle cosce fino al sedere per sfilarle le mutandine.
“Oggi le ho messe in castigo” mi dice guardandosi le tette dopo essersi spogliata. Il reggiseno nero è teso come un tendone del circo e il più grande spettacolo del mondo non può avere inizio se due delle principali protagoniste non possono esprimersi al meglio e soprattutto se non sono libere di raccogliere i meritati plausi!
La mia bocca lascia le labbra spostandosi sui marmorei seni per succhiarne i capezzoli, il suo sesso è umido e le mie dita scivolano con facilità dentro e fuori di esso. Scendendo ancora mi avvicino al sesso, e inizio a leccarla il clitoride (il clitoride, la clitoride… insomma io lecco!).
In breve La Tresca raggiunge il suo primo orgasmo e, sempre seduta sulla cucina, mi invita ad alzarmi e mi slaccia i pantaloni. Finalmente libera la mia erezione punta diritta tra le sue cosce divaricate. L’incastro? Perfetto! L’altezza? Precisa! L’equilibrio? Stabile! Il secondo orgasmo non tarda ad arrivare. Direi che le prime due portate sono state ben gradite. Ora ci spostiamo sul divano per il dolce, sul pavimento per il caffè e sul letto per l’amaro.
Un pranzo ma soprattutto un servizio da guida Michelin!

venerdì 7 settembre 2012

Dei baci e altre magie


- Mentre prendiamo il the ti faccio vedere il video di cui ti parlavo, ok?
- Va bene. Il the non troppo carico, grazie.
- Be allora, che ne pensi?
- Bello bello, siete migliorati molto!
- Che dici, me lo merito un bacio?
- Direi proprio che ci sta tutto!!!

Il bacio è qualcosa di molto intimo. Ci sono molte donne che si fanno baciare, ma sono poche quelle che baciano, nel senso di essere loro a cercare il bacio, il contatto tra le labbra. Una cosa è starsene li e lasciare che la lingua si insinui, lentamente cedere al trasporto e perdersi in un lungo bacio alla francese. Altra cosa è prendere l’iniziativa e lanciarsi. La Sarda era così .
La decisione e la risolutezza con la quale poggiava le sue labbra sulle mie era paradossalmente in perfetta armonia con la delicatezza e il garbo con le quali mi carezzava il collo e la testa con le sue piccole mani delicate al fine di disporci nella miglior posizione possibile. Più del dolce abbandono nel quale si perdeva una volta raggiunto l’orgasmo, più della superlativa maestria con la quale si dedicava alla delicatissima arte del pompino, i baci sono sempre stati il suo punto di forza, la sua unicità, il modo in cui veniva fuori il suo trasporto, la sua passione!

lunedì 3 settembre 2012

Preliminari


Avere vent’anni c’era, ci stava. Non è che rimaneva semplicemente li, lei occupava uno spazio ben definito con la sua voluttuosa fisicità. Un metro e ottanta di tenera carne bianca, uno sguardo languido, dei seni che dire generosi era fargli torto, un sedere importante senza essere eccedente. E dall’alto dei suoi quasi quarant’anni coltivava ancora uno strepitoso rapporto con la forza di gravità.
Avere vent’anni non le mandava a dire. La sua disponibilità la comunicavano i 3 bottoni aperti della camicetta che a mala pena riuscivano a contenere l’esuberanza delle tette. Entrata in casa poggiava la borsa per terra per offrire una visione ancora più profonda della sua scollatura e salutava con un ciao a mezza bocca tra il timido e il divertito, un po’ come un bambino che aspetta con curiosità la replica degli adulti alla marachella che ha appena combinato.
            Avere vent’anni esibiva, ma non ostentava, meno che mai in pubblico. Quello era il suo modo di dire “voglio fare l’amore, perche non mi scopi qui contro la porta?” ma voleva che fossi tu a prendere l’iniziativa, semplicemente per quel desiderio tutto femminile di sentirsi desiderata, senza perdere il proprio candore. Era il desiderio di raggiungere l’orgasmo usando come preliminare una birichinata da monella sorridente.