Un
commento classico di chi ricorda il suo incontro con Catcher in the rye (Il giovane
Holden) è “Pensavo di essere solo al mondo e che nessuno mi capisse prima di
leggere questo libro”. Sarà che l’ho letto troppo tardi, ma non ho mai sentito
una particolare empatia con il protagonista.
Non mi
ha fatto sentire meno solo al mondo, ma sicuramente è stato più stupefacente l’incontro
con Alexander Portnoy, personaggio inquieto, vitale, insoddisfatto e
soprattutto edonista.
Tutto
questo per dire, che a distanza di
lustri (più di 4) dalla prima lettura, ieri ho trovato l’edizione originale del
Lamento di portnoy edito dalla Bompiani (non la prima edizione, ma non si può
avere tutto).
Sfoglierò
le pagine per rileggere l’incontro con la famiglia di Pumpkin, in cui Alex
viene per la prima volta catapultato nel mondo reale, e si dimostra educato
anche con la mobilia J
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