venerdì 8 febbraio 2013

Facesitting

In un epoca neanche tanto lontana, in cui la circolazione delle informazioni era limitata a carta stampata, in parte alla televisione (che non ha mai informato più di tanto, giusto disinformato) e al passaparola meglio noto come chiacchiera da bar o confabulata da ultimo banco, molte delle cose si facevano non avevano un nome. Le descrivevi a gesti (tu ti sdrai sul letto… lei la fai venire sopra…) gli altri capivano o facevano finta di capire, annuivano con la testa gli estimatori, la scuotevano i perplessi che non si discostavano dalla posizione del missionario.
Ora grazie soprattutto a internet che non solo ha consentito la diffusione del “sapere”, soprattutto quello che non ha mai avuto una accademica solennità, ma ha anche dato un nome a tante cose posso affermare che apprezzo la pratica del facesitting.
Il web ci insegna anche che il facesitting in realtà ha due sfaccettature:
-         Lo smothering, che rientra nelle pratiche SMBD e prevede la privazione del respiro
-         Il Facesitting base, diciamo versione Vanilla, in cui si pratica semplicemente il sesso orale

Il mai troppo lodato sesso orale richiede una certa dote di contorsionismo. Mentre il nostro attrezzo del piacere si staglia verso l’esterno, la fonte della felicità si trova in una posizione non agevole da raggiungere.

Se lei si trova sdraiata sul letto, dopo un po’ ti viene il mal di collo. Sul tavolo la posizione è più comoda ma non sempre lo spazio e la logistica sono sufficienti. Col 69 dopo un po’ ti va il sangue alla testa o non respiri bene. Ma con il facesitting puoi superare tutti questi fattori collaterali di disturbo e concentrarti solamente sul lavoro della lingua e delle labbra. La comodità della posizione ti consente di andare avanti per tutto il tempo che vuoi, infatti di solito è lei che dice basta. Dopo molto, molto tempo!

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