In
un epoca neanche tanto lontana, in cui la circolazione delle informazioni era
limitata a carta stampata, in parte alla televisione (che non ha mai informato
più di tanto, giusto disinformato) e al passaparola meglio noto come
chiacchiera da bar o confabulata da ultimo banco, molte delle cose si facevano
non avevano un nome. Le descrivevi a gesti (tu ti sdrai sul letto… lei la fai
venire sopra…) gli altri capivano o facevano finta di capire, annuivano con la
testa gli estimatori, la scuotevano i perplessi che non si discostavano dalla posizione
del missionario.
Ora
grazie soprattutto a internet che non solo ha consentito la diffusione del “sapere”,
soprattutto quello che non ha mai avuto una accademica solennità, ma ha anche
dato un nome a tante cose posso affermare che apprezzo la pratica del facesitting.
Il
web ci insegna anche che il facesitting in realtà ha due sfaccettature:
-
Lo smothering, che rientra nelle
pratiche SMBD e prevede la privazione del respiro
-
Il Facesitting base, diciamo versione
Vanilla, in cui si pratica semplicemente il sesso orale
Il
mai troppo lodato sesso orale richiede una certa dote di contorsionismo. Mentre
il nostro attrezzo del piacere si staglia verso l’esterno, la fonte della
felicità si trova in una posizione non agevole da raggiungere.
Se
lei si trova sdraiata sul letto, dopo un po’ ti viene il mal di collo. Sul
tavolo la posizione è più comoda ma non sempre lo spazio e la logistica sono
sufficienti. Col 69 dopo un po’ ti va il sangue alla testa o non respiri bene.
Ma con il facesitting puoi superare tutti questi fattori collaterali di
disturbo e concentrarti solamente sul lavoro della lingua e delle labbra. La
comodità della posizione ti consente di andare avanti per tutto il tempo che
vuoi, infatti di solito è lei che dice basta. Dopo molto, molto tempo!
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